PRANZO ALLA BODEGA VISTALBA

Oggi, ho deciso di visitare la Bodega Vistalba e poi di fermarmi per il pranzo al ristorante dell’azienda.
Bodega Vistalba è stata costruita tra il 2001 e il 2004 in un terreno di proprietà familiare nel cuore di Vistalba (Luján de Cuyo). In questi luoghi, ad opera di Carlos Pulenta, è stato sviluppato un progetto vitivinicolo che si è avvalso della partecipazione di esperti consulenti ed enologi.

La cantina si ispira alla cultura creola ed utilizza tecnologie all’avanguardia, come la vinificazione per gravità, pur nel ricordo e rispetto delle metodologie tradizionali. I primi vini sono stati prodotti nel 2003 e sono stati immessi sul mercato per la prima volta nel 2005.

L’azienda è stata tra le prime ad riutilizzare il cemento nei processi di vinificazione come si usava fare nei tempi passati. A tale materiale vengono riconosciute grandi qualità quali stabilità termica e semipermeabilità ai gas.
Fanno parte di Bodega Vistalba , due proprietà distinte. La prima si trova nella provincia di Luján de Cuyo, nel distretto di Vistalba, a 2 km a sud-ovest della città principale, Mendoza, ai piedi del Cordón del Plata, a 980 metri sul livello del mare.

Il terreno comprende 50 ettari di vigneti coltivati a Malbec, Cabernet, Sauvignon e Bonarda di oltre 70 anni di età, con una densità di seimila viti per ettaro. Il metodo di coltivazione della vite è tradizionale, caratterizzato da irrigazione del solco e potatura lunga. Questi suoli grossolani, dalla origine sedimentaria ed alluvionale, con presenza superficiale di argilla e substrati di ghiaia, sono i preferiti dal Malbec.

Nei vigneti, oltre ad aggiungere, come concime, sottoprodotti del vino quali raspi e vinacce, viene aggiunto letame di capra soprattutto nelle aree meno fertili. Non vengono utilizzati erbicidi a tutela dei microrganismi presenti nel terreno. Ciò favorisce la ritenzione idrica nel terreno oltre a migliorare le caratteristiche generali del substrato.

La seconda proprietà si trova a 135 km a sud-ovest della città di Mendoza, a 1.169 metri sul livello del mare. Ha una superficie di 402 ettari, di cui 342 ettari coltivati a vite e 8 ettari con alberi di noci. Le prime viti sono state piantate più di 40 anni fa. La maggior parte dell’acqua utilizzata è acqua di fusione proveniente dalle Ande alla quale si aggiunge l’acqua di pozzo nei momenti di più elevato consumo idrico.
I terreni sono caratterizzati da terrazze alluvionali di recente formazione, con presenza di ciottoli in profondità, affioranti in alcune aree. Il terreno è leggero e ha eccellenti proprietà drenanti con consistenza sabbioso- argillosa. La presenza di materia organica è scarsa.
Le varietà coltivate sono Sauvignon Blanc, Chardonnay, Sémillon, Malbec, Petit Verdot, Pinot Noir, Cabernet Sauvignon, Syrah e Viognier. Le importanti escursioni termiche e la brezza sempre presente conferiscono a questi luoghi eccezionali caratteristiche per produrre vini di grande qualità.
Ma veniamo al pranzo ed ai vini serviti in abbinamento.
Abbiamo scelto il menù degustazione composto da cinque portate.
La prima, Budín de ricota, gremolada de higos y jamón crudo ( Ricotta con cremolata di fichi e prosciutto crudo) era di grande equilibrio. Il rosato in abbinamento, Tomero Rosé 2018, non è però riuscito a creare un buon matrimonio con il piatto. Troppe dissonanze.

La seconda proposta, Pescado del día, era un Trancio di cernia, tanto delicato quanto delizioso. Il vino bianco abbinato, Tomero Chardonnay 2018, era eccessivamente invasivo rispetto alla gentilezza della cernia che ha una carne consistente, soda ma, allo stesso tempo, elegante, nobile e va cullata da un vino che l’accompagni con un sorriso non che la sovrasti.

È stata poi la volta della Bondiola de cerdo laqueada con vino, acompañada de lentejas y crema de cebollas ahumadas (Bondiola di maiale laccata al vino, accompagnata da lenticchie e crema di cipolle affumicate). La bondiola è la parte del collo del maiale, uno dei tagli migliori dell’animale, molto gustoso, tenero e succoso grazie alla presenza di grasso fra i muscoli. L’abbinamento con Vistalba Corte B 2017 ( blend di Malbec, Cab. Sauvignon e Bonarda) ha avuto profili positivi. Evidente l’equilibrio dell’abbinamento. La maturazione del vino in legno è stata ben gestita e si fondeva correttamente con il frutto del blend.

La quarta portata, Quesos y contrastes (Formaggi accompagnati da gelatine) probabilmente è stato il piatto di minor successo. Chiaramente è molto difficile trovare a Mendoza formaggi di rilievo tali da impressionare i palati più esigenti. Per questo motivo, non ritengo opportuno essere troppo critico. Se dobbiamo trovare un colpevole, preferisco accanirmi sul vino, il Tomero Reserva Sémillon 2016. Troppo invasiva la presenza del legno che rende difficile, come da anni ripeto, l’abbinamento. Non era meglio lavorare sui profumi primari, sulla freschezza e croccantezza del frutto?

C’è poi un errore che, ripetuto, diventa dolo. Nella successione dei vini serviti, non si può esordire con un rosato e poi passare ad un bianco ( da Tomero Rosé 2018 a Tomero Chardonnay 2018). Ancor più grave e quasi da pena di morte, far seguire il blend rosso Vistalba Corte B 2017 dal Sémillon 2016. Perché un suicidio così evidente? Il servizio dei vini non è un’altalena. Deve rispettare un percorso ben chiaro che è segnato da regole importanti. Il resto è caos, disordine e rischia di distruggere tutto quello che di buono si è costruito.

Il dolce, Barquillo crujiente, coffe de banana y crema de chocolate (Cialda croccante, coffe alla banana e crema al cioccolato) senza sprint, senza quella marcia in più che gli avrebbe regalato un profilo più interessante, segnato da una dolcezza eccessiva ed un po’ piatta. In abbinamento il Tomero Reserva Malbec 2017, vino rosso secco. Più che un matrimonio gusto-olfattivo tra cibo e vino si è trattato di un addio immediato, di un incontro mai avvenuto, di uno scontro annunciato. Anche in questo caso la domanda è la seguente: perché gettarsi da un aereo senza paracadute? Amate disintegrarvi toccando terra? Un vino rosso secco abbinato ad un dolce ed a quel tipo di dolce? Non ho risposte possibili.

Devo invece sottolineare la puntualità, precisone, gentilezza di un servizio curato, sempre attento, di eccellente livello grazie ad un personale di sala molto professionale.

Il locale si affaccia da un lato su un verde spazio interno e dall’altro sui vigneti. La sala, curata nei dettagli, dalle linee nette e pulite, segnata da tratti semplici ed eleganti, mette il cliente immediatamente a proprio agio immergendolo piacevolmente in un’atmosfera fatta di colori che si fondono perfettamente con l’ambiente circostante.

Una bellissima giornata trascorsa alla Bodega Vistalba. Attenzione però agli abbinamenti ed alle loro regole che rispondono a precisi equilibri gusto-olfattivi.


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